INCREDIBILI NOI! Narrazione di un'esperienza
- Dott.ssa Francesca Benato, Dott.ssa Linda Cervia
- 15 ott 2018
- Tempo di lettura: 3 min
Primo incontro: CHI SONO IO?

Il gruppo si è formato. E questo è già un piccolo miracolo. Non basta mettere insieme 10 bambini che non si conoscono per creare un gruppo, il gruppo non è semplicemente la somma dei suoi membri, è molto di più. È interazione, condivisione, legame; è guardarsi, scrutarsi, osservarsi, immaginarsi, rispecchiarsi, conoscersi, parlarsi, toccarsi; il gruppo è le sue relazioni. Questo è accaduto in maniera incredibilmente veloce grazie alla capacità che hanno i bambini (e meno gli adulti) di aprirsi al nuovo. Siamo partite dai nomi, sembra semplice, no? Io sono Francesca, io sono Linda, io sono... Il nome è il nostro primo biglietto da visita, è la stringa di lettere con cui definiamo la nostra esistenza. Nel momento in diciamo “io sono” diciamo “io esisto”. Ci siamo presentate dando ai bambini la possibilità di farsi fantasie su di noi: su semplici quadratini di carta colorata abbiamo chiesto loro di scrivere delle caratteristiche e concretamente attaccarcele a creare un mosaico con l’obiettivo di mostrare di quanti (tanti!) pezzetti siamo fatti.
È iniziato così il nostro percorso che ci porterà a scoprire, come gruppo e grazie al gruppo, quanto ognuno di noi è infinitamente complesso e, a modo suo, incredibile e speciale.
La lettura animata di Pezzettino li ha portati in un mondo colorato e complesso dove è difficile definirsi e conoscersi, ma dove è altrettanto bello scoprire di essere multisfaccettati anche se piccoli. La narrazione di storie favorisce l’identificazione, l’immaginazione, il rispecchiamento e il confronto diretto con l’altro. Crediamo moltissimo nell’importanza della lettura, ancora di più nella fase in cui il bambino non sa ancora leggere e l’ascolto di una storia presuppone l’essere in relazione con qualcuno che narra. Leggere-insieme è uno stare-insieme. I personaggi della storia si fanno carico di problemi che il bambino vive senza poter dare loro un nome e il fatto che Pezzettino, o chi per lui, assuma su di sé il dramma della ricerca identitaria è per il bambino un grande alleggerimento.
Sta anche in questo l’importanza degli albi illustrati, e da qui nasce l’idea di una collaborazione con la Libreria Limerick che ci ha dato preziosi consigli di lettura.

Le parole però ai bambini non bastano, devono toccare con mano per credere davvero a quello che si dice. È questo il motivo per cui alla lettura segue sempre un laboratorio creativo che dà loro la possibilità di esprimersi, sperimentare e riflettere facendo.

“Il gioco è una cosa seria” (Winnicott) dice un grande studioso. È forse la cosa più seria che un bambino può fare. È attraverso il gioco che mette in scena i suoi piccoli drammi, i suoi conflitti, le sue paure, i suoi tentativi identitari. “Create una forma che vi rappresenti e arricchitela di tutti questi pezzettini colorati. Ogni pezzetto ha un colore, una forma e una consistenza diversa. Rappresentano i vostri tanti pezzettini”. Con grande concentrazione e creatività, ogni bambino ha creato il suo piccolo capolavoro, senza svelare la sua forma. Dinosauri, castelli che conservano cose preziose, giraffe alte e dal collo lungo, robot multiopzional, animali che corrono veloci: queste le loro creazioni. Oggetti e animali la cui scelta è tutt’altro che casuale; si condensano interessi, qualità, paure, desideri.
In gruppo ognuno ha mostrato orgoglioso il suo disegno e gli altri hanno potuto fantasticare su che cosa rappresentasse, in un gioco di proiezione, immedesimazione e rispecchiamento arricchente per tutti.
Si tratta di una tecnica mutuata dalla psicoterapia sistemica di gruppo: lasciare che siano gli altri a definirci espone al rischio di essere fraintesi, ma dà altresì la possibilità di conoscere il punto di vista dell’altro, di incontrare l’altro e di negoziare con l’altro la propria immagine di sé.
Ogni bambino ha riposto il suo lavoro all’interno di una busta, la sua busta. Questo può sembrare banale ma presuppone la fiducia che noi saremo in grado di custodire ciò che di prezioso ci hanno dato, far loro fare l’esperienza di lasciare una traccia e di essere tenuti, trasmette implicitamente l’idea di un percorso che, seppur frammentato nel tempo, mantiene una sua continuità, che i vari pezzi non si spezzettano se racchiusi in un contenitore sicuro capace di con-tenere.
Abbiamo già fatto molto, ma questo è solo il primo step!
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